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Donato Altomare, maestro di letteratura dell’immaginario

Donato AltomareE’ un maestro di storie aventi per tema la letteratura dell’immaginario, misteri, magie, terrore. Scrittore noto ed eclettico, ama definirsi soltanto “narratore”. Donato Altomare è tra i pochi eletti che ha vinto due edizioni del Premio Urania Mondadori, la prima volta con il romanzo Mater Maxima nel 2001 e la seconda con Il dono di Svet nel 2007. Da oltre dieci anni è presidente della World Science Fiction Italia. Classe 1951, pugliese di Molfetta, dopo la maturità scientifica conseguita nella sua città, si è laureato in Ingegneria civile all’Università degli Studi di Bari ed è un libero professionista. Lo abbiamo incontrato nello studio di casa in un antico edificio, nel quale vive con sua moglie la poetessa e musicista Loredana Pietrafesa, ubicato nel borgo medievale di Molfetta, a ridosso del Mar Adriatico che spesso compare nei suoi fantastici racconti.

Donato, cominciamo dal tuo ultimo fortunato romanzo, molto ben accolto dal pubblico. Sto parlando di Wormhole (Mursia), scritto a quattro mani con l’astronauta e astrofisico Umberto Guidoni. Per la stesura del testo avete preso spunto da un evento reale, ossia il passaggio nel 2017 di un non ben definito oggetto nel nostro sistema solare. Come nasce questa collaborazione? Chi ha avuto l’idea? Wormhole
La collaborazione è nata quasi per caso. Leggevo delle numerose pubblicazioni divulgative per ragazzi di Umberto edite da Mondadori. Parlando con lui gli ho chiesto come mai non si fosse mai cimentato col romanzo di fantascienza e lui mi ha risposto candidamente che scrivere un romanzo non era nelle sue corde. Allora è nata l’idea: scriviamone uno insieme. Lui è stato subito entusiasta (io forse più di lui). Non ho mai pubblicato nulla a quattro mani, ma non è mai troppo tardi per provarci.
E siamo partiti.

Come è venuta fuori la trama e come vi siete divisi il lavoro?
E’ stato Umberto a proporre ‘Oumuamua’. Io non ne sapevo nulla. Quando mi ha spiegato le anomalie di questo oggetto extrasolare… beh!, ho visto già davanti ai miei occhi il romanzo.
Prima ne abbiamo parlato, ho impostato la narrazione e ogni volta ci si sentiva per skype, lui a Roma io a Molfetta, e spesso si discuteva a lungo. Poi io scrivevo. E, man mano che scrivevo, mi venivano idee altre. Ne parlavamo ancora. Lui come astrofisico è formidabile, ha indicato dove posizionare la base lunare del romanzo e come potevano essere i mezzi spaziali, ha trovato la nana rossa che serviva alla storia… insomma, più lui risolveva i problemi spaziali, più scrivevo e inventavo e caratterizzavo i personaggi e mi infilavo in vicende ingarbugliate. Lui parlava del Wormhole, io ne scrivevo, insomma, un connubio fantastico. Ciascuno di noi aveva il suo ruolo che non interferiva con l’altro. E’ il perfetto lavoro in simbiosi.

Ci potrebbe essere un seguito?
Un’idea c’è…

Invece, nel genere heroic fantasy hai recentemente pubblicato per Solfanelli “Il Cavaliere di Tau”. Ce ne vuoi parlare? E’ la storia di un coraggioso Paladino del Bene?
Avevo scritto diversi episodi de Il Cavaliere di Tau molti anni fa. Nel 2018 avevo scritto la storia introduttiva, ma poi ho abbandonato l’idea inseguendo altre storie, specie racconti per antologie. In un momento di calma (apparente) ho cercato di mettere in ordine le storie pensando che il personaggio fosse abbastanza maturo per una antologia, forte del pregio di racconti autoconclusivi seppure con lo stesso filo conduttore. Ho chiesto all’editore Marco Solfanelli se gli poteva interessare. Lui mi ha risposto subito: “Cosa aspetti? Mandami tutto domani.” Una bella soddisfazione se si pensa che gli editori in genere fanno passare mesi prima di darti una risposta. Così ho riletto le storie, già rilette tante volte quindi con pochissimi correzioni, le ho messe secondo un ordine non cronologico ma consequenziale e gliele ho inviate. Poco dopo Marco mi ha mandato in visione la splendida copertina di Basica.

Quali sono le sue caratteristiche di uomo e di guerriero?
Il Cavaliere di Tau è un eroe alquanto atipico.
Lui non è… nessuno, non è mai nato, è stato creato dal Padre Tau per lottare contro il Male. Quando c’è quiete, quando il mondo è in Pace, lui si addormenta tra le radici di una gigantesca quercia e viene svegliato dal Padre Tau soltanto quando il Male riacquista la sua forza bruta. Renzo, Cavaliere di Tau, è cosciente di ciò e sa bene che vivrà sino a quando esisterà il Male. Quando lo sconfiggerà definitivamente lui non servirà più e si addormenterà per sempre. Non è un bel destino… diventa inutile quando vince la tua guerra.

Come definiresti la letteratura fantastica? E’ la mitologia del nostro tempo?
No, non è mitologia, ma creatrice di mitologia, di miti. Fortuna che c’è il fantasy, perché pochissimi scrivono fantascienza. E’ molto difficile scrivere fantascienza. Ho letto le ultime opere e non mi sono piaciute per nulla. Sono gialli o storie ‘ortodosse’ camuffate. Se hai una trama da giallista, basta che ambienti il tutto su un altro pianeta o sulla Terra del futuro, ci aggiungi qualche effetto speciale e pensi di aver scritto fantascienza. Ma non è affatto così. Ciò che oggi manca è quel senso del meraviglioso che ci ha inebriati all’inizio, che ci ha fatto viaggiare tra le stelle, che ci ha fatto sognare mondi alieni. Dov’è ora?

La fantascienza affronta anche problemi concreti dell’umanità come quello dei mutamenti climatici di cui si parla sempre più spesso, al netto delle tesi dei negazionisti, che idea hai in merito?
Come accennato ho un concetto assolutamente differente di fantascienza. Posso scrivere una storia in una Italia bruciata dal caldo dalla Sicilia sino alle Alpi, posso scrivere di un Adriatico con pesci che salgono a galla morti asfissiati, posso scrivere di un’Italia dove gli italiani sono la minoranza e si parlano una quindicina di lingue differenti. Ebbene altri lo fanno, ma NON scrivono fantascienza. Non so come definire questo genere di narrativa se non coniando un neologismo fantafuturo. La fantascienza è avventurarsi nell’universo alla ricerca di altri mondi, è incontrare nuova vita, ostile o amica, tra le stelle, è assistere alla nascita e alla morte di una galassia, è sognare. Questa è fantascienza.
Se per negazionisti ti riferisci a quelli che dicono che non siamo mai stati sulla luna… beh!, li metto insieme ai terrapiattisti e a quelli che parlano di una Terra cava o addirittura concava. Ci sono tonnellate di prove che questi presunti studiosi danno i numeri, non capisco come si possa ancora ascoltarli. Vedi, quando non hai nulla da dire, quando hai un cervello non in grado di partorire anche solo una ideuzza, allora non ti resta che… non so… negare l’esistenza dei dinosauri o affermare che vivevano insieme agli uomini. Così attiri l’attenzione su di te. Che tu stesso ci creda o meno alle baggianate che dici non ha importanza. Sogghigni perché sono gli altri a darti quella importanza che cerchi semplicemente contestando le tue elucubrazioni mentali. Umberto mi ha raccontato di una trasmissione televisiva nella quale si è trovato di fronte un convinto terrapiattista. Ha provato ad ascoltarlo e a fargli capire che le sue teorie erano assolutamente errate, ma ha cozzato contro un muro. E poiché sappiamo tutti che non c’è sordo più sordo di chi non vuole sentire, ha sollevato le mani e l’ha lasciato a quell’insperato momento di gloria. Unica cosa che cercava con le sue stupidate.

Ti pongo un’altra domanda di attualità: purtroppo da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina si è riaffacciata la paura di una guerra nucleare di cui più volte sia Putin sia il falco Medvedev (ex presidente della Federazione russa ed attuale vice presidente del Consiglio di sicurezza russo) hanno minacciato di scatenare. Hai trattato l’argomento  nel tuo romanzo “Il Dono di Svet” con il quale vincesti il tuo secondo Premio Urania. Cosa pensi di questa guerra e della minaccia nucleare?
Non potrà mai esserci una guerra nucleare. Persino i più folli assassini che governano le grandi nazioni come il russo Putin o il nordcoreano Kim Jong-un sanno bene che iniziare una guerra nucleare sarebbe un suicidio. Non ci sarebbe scampo per nessuno. Nel mondo ci sono ordigni nucleari in grado di distruggere l’intera Terra una ventina e più di volte. Se si hanno idee di supremazia, se ci si vuole impossessare di altre terre con la forza come sta facendo la Russia, se vuoi governare su tutti, occorre che questi tutti siano… vivi. Quindi state tranquilli, sino a quando al potere ci saranno “similHitler” allora il Mondo, purtroppo, si consumerà in una serie ininterrotta di guerricciole. Svet è storia alternativa. Nel 1962 siamo andati a un capello dalla Terza guerra mondiale, ma, come detto, gli affamati di potere non sono stupidi, per cui tutto si risolse bene per l’umanità. La mia storia parte, al contrario, da una guerra che scoppia davvero e da una invasione degli USA da parte di russo-cinesi. Dall’uso di atomiche tattiche, quindi a bassa potenza. Eppure c’è qualcuno che riesce a sfruttare positivamente l’energia dell’atomo per passare da un universo all’altro del multiverso.

E, ovviamente, non posso esimermi dal domandarti che idea ti sei fatto della drammatica situazione che si vive oggi in Medio Oriente. E’ utopico pensare, in questa martoriata parte del mondo, ad una convivenza tra il popolo israeliano e quello palestinese?
Non c’è alternativa se non quella di definire in maniera definitiva il territorio di Israele e quello della Palestina e di considerare i confini stabiliti sacri e inviolabili. Il tutto con una propria capitale (non Gerusalemme che dovrebbe essere terra franca, una sorta di città del Vaticano in un altro Stato.) per entrambi. E’ chiaro che occorre tenere conto delle necessità di entrambe le nazioni. Sino a oggi le grandi potenze se ne sono disinteressate, ma dovrebbero seguire questa strada. Al contempo mettere una volta per tutte la parola fine a movimenti terroristici in ogni parte del mondo. Cominciando col non parlarne nei telegiornali o sui giornali. E’ quello che i terroristi vogliono, che si parli di loro, anche male ma purché se ne parli.

Torniamo a noi, sei il presidente della World Science Fiction Italia al quarto mandato. Quale bilancio puoi fare?
Ho iniziato nell’aprile del 2013 e siamo nell’ottobre del 2023, quindi sono passati oltre dieci anni. Ho preso in mano la World quando aveva una cinquantina di iscritti e pochi spiccioli in cassa. Ora siamo oltre 130 e abbiamo una cassa florida. Merito solo in parte mia, ma molto di chi mi ha dato una forte mano perché da solo non sarei riuscito a fare nulla. Non li cito perché l’elenco è lungo e correrei il rischio di scordare qualcuno, ma certo tu li conosci tutti.

Quali iniziative intendi portare avanti nell’immediato futuro? 
Ho alcuni progetti per la World che vorrei portare a termine, uno avviato, un altro proposto positivamente e in lista d’attesa. Perdonami se non ne parlo, ma sono abituato a vantare i miei progetti solo se si concretizzano. Voglio che la World cresca ancora, con soci qualificati e in grado di spaziare in ogni settore del fantastico, per cui ho in mente nuove iniziative, ma questa volta dirette ai più giovani. L’unico guaio della World è che sta invecchiando e che i grandi (di esperienza ma soprattutto d’età) appassionati diventano sempre di meno. Bisogna ringiovanire l’associazione, sotto la guida degli anziani esperti, e qualche idea ce l’ho. Essere presidente della World è un impegno gravoso, credimi, molti oneri e pochi onori, ma per ora tengo duro anche se penso si stia avvicinando il tempo di lasciare spazio e titolo a qualcuno più giovane di me.

Ogni volta che parliamo hai sempre almeno due o tre progetti editoriali in corso. Cosa stai programmando?
A troppe cose, lo ammetto, sono incostante, non riesco a finirne una alla volta, ho un difetto, mi piace spaziare tra i vari generi dal fantastico, dall’horror alla fiaba, passando per il fantasy e la fantascienza. Ho in programma racconti (promessi ma ancora non scritti, in genere li scrivo in Zona Cesarini), romanzi a metà che vorrei terminare perché li ho tutti in testa (sono ben quattro in itinere), ma quando decido di riprenderli, mi vengono in mente altre trame affascinanti, ho antologie (quasi) pronte che pubblicherò a breve e molto altro.

Anni fa hai pubblicato per Perseo libri Elara il bellissimo romanzo di sf “Sinfonia per l’imperatore”, che spazia tra passato e futuro e che ha come protagonista il grande imperatore Federico II di Svevia, sovrano illuminato e geniale. Fondamentale nella storia è Castel del Monte, luogo che evoca il mistero e la magia. Avevi detto che ne avresti parlato nuovamente…
Sinfonia per l’imperatoreCerto, ed è una cosa che sono certo porterò a termine a breve. Castel del Monte sorge a pochi chilometri da Molfetta ed è un edificio come sai legato a Federico II (un imperatore che adoro) ma del quale nessuno sa spiegare in maniera convincente la ragione per cui è stato costruito. E, soprattutto, da chi. Io ho un’idea ben precisa e certamente la pubblicherò a breve, appena riesco a concludere il saggio. Non c’entra la fantascienza, ma sarà un rarissimo caso di scrittura per me… aliena.
Grazie per la tua attenzione e grazie per quello che stai facendo per la World SF Italia.

Grazie a te per le mille storie che ci hanno fatto sognare…e aspettiamo la tua ultima opera in libreria!

Filippo Radogna

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