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Annarita Stella Petrino e la sf impegnata

Annarita“Scrivere per me è un ‘must’ e mi viene naturale raccontare il nostro mondo attraverso il genere fantascientifico”. E’ Annarita Stella Petrino che parla. Abruzzese di Giulianova, in provincia di Teramo, si è laureata in Lingue e letterature straniere all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara ed è un’insegnante della scuola primaria che, tra le sue delicate funzioni pedagogiche, cerca suscitare negli alunni “l’amore -riferisce- per la lettura e per la scrittura”. I suoi generi preferiti, oltre alla fantascienza, sono il fantasy e il giallo. Nelle arti, Annarita, si esprime anche attraverso la pittura, il disegno e il canto (è un soprano e ha fatto parte di due cori polifonici) tutte attività che pratica nel poco tempo che le rimane dopo il lavoro, gli impegni familiari e, ovviamente, la scrittura.

Il tuo ultimo romanzo Quando Borg posò lo sguardo su Eve, Quando Borg...pubblicato lo scorso anno da Tabula Fati, lo potremmo definire post apocalittico. Qui c’è l’incontro tra mondi e razze diverse. E’ un modo per richiamare tematiche di attualità?
Amo la fantascienza proprio perché è l’unico genere letterario che permette uno sguardo sul futuro. Sicuramente il tema dello sguardo è centrale in questo romanzo, come mostrato anche dalla copertina. É attraverso il reciproco sguardo che si entra in contatto con l’altro ed è solo quando cambiamo lo sguardo sull’altro da noi che può avvenire l’incontro. Più che di tematiche attuali io parlerei di tematiche sempre valide.

Immateria oltre la MatriceAnche nel romanzo Immateria oltre la Matrice, mettevi in comunicazione due mondi distinti. Per te la fantascienza è essenzialmente narrativa impegnata?
La fantascienza, a mio avviso, è soprattutto una narrativa impegnata, un modo per parlare degli scenari futuri che l’uomo va costruendo già oggi con il suo auto determinismo. In quel romanzo breve il tema centrale era quello del paradiso artificiale, una sorta di conservazione della propria identità del tutto sganciata da ogni forma di spiritualità, ma ancor prima di umanità.

Ti sei occupata del rapporto tra fantascienza e religione e in merito hai scritto diversi racconti inseriti nell’antologia intitolata You God. Qual è il valore emblematico di questo accostamento?
E’ un tentativo di far dialogare i due mondi, quello della fantascienza e quello del cristianesimo, che sembrano distanti e distinti. Nella fantascienza esistono molti riferimenti alle diverse religioni, ma il confronto con il crocifisso resta quello più arduo. Per questo ho voluto creare racconti ‘corali’, che dessero la possibilità al lettore di ascoltare più voci sullo stesso argomento e poi di decidere ‘in coscienza’ a quale dare retta. Il valore di questo accostamento scaturisce proprio dal lavoro che c’è dietro.

Hai trovato delle risposte scrivendo di questo argomento?
Non cercavo risposte e non avevo intenzione di darne. Le risposte sono nella fede cattolica, mentre quello che io ho cercato di fare è stato raccontare di temi scottanti, che dividono l’opinione pubblica, attraverso le vicende di personaggi nei quali non è difficile immedesimarsi.

Quando e come ti sei avvicinata alla fantascienza?
Il 2 gennaio del 2020 è stata la ricorrenza del centenario della nascita del grande maestro Isaac Asimov. È stato grazie a lui che mi sono avvicinata alla fantascienza. Mia madre è sempre stata un’accanita lettrice di romanzi ed era abbonata a Club per voi, una di quelle riviste sulle quali potevi trovare i libri in uscita divisi per categorie. Io lo sfogliavo regolarmente perché ho sempre avuto anch’io la passione per la lettura. A tredici anni la mia attenzione fu attirata dalla copertina e trama di un libro di Asimov Destinazione cervello. Chiesi a mia madre di ordinarmelo e lei mi accontentò. Si apri un mondo. Era il lontano 1990. Da allora mi feci ordinare tutti i libri, di Asimov, che trovai. È stato amore a prima letta e lo è tuttora. È stato grazie a lui che ho cominciato a scrivere le mie storie.

Sappiamo che sei anche pittrice? Quali sono i tuoi soggetti?
Questa domanda mi fa un po’ sorridere perché…se solo vedessi i miei quadri. La pittura è stata una bella parentesi, ma è rimasta tale. Ho dipinto diverse anime giapponesi: Sailor Moon, Occhi di gatto, I cavalieri dello zodiaco, Lupin, Jem e le Holograms e altri soggetti come Wolverine, Batman, Superman eccetera. Ho fatto questi quadri da appendere nelle stanze dei figli che poi ho adottato, mentre ero in attesa di conoscerli.

Saranno rimasti incantati e immaginiamo che sono davvero felici di avere una mamma così…speciale!

Filippo Radogna

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