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C’era la fantascienza italiana

C’erano gli intramontabili, quelli che, in anni di durissimo lavoro, hanno tracciato la strada alla fantascienza italiana dandole una vera identità. C’erano le giovani leve, quelli che ora percorrono quelle strade una volta in montagnosa salita, oggi pianeggianti. C’erano persino quelli che una volta non ci credevano.
C’era la World. Unica, grande, vera.
Lo stesso tempo atmosferico è stato ben disposto verso di noi, un sole convinto, a tratti estivo, ha accompagnato l’Assemblea dei soci World. In prima fila, in attesa del suo momento, il primo grande astronauta italiano, quell’Umberto Guidoni che può affermare di aver visto dall’altro in basso tutti, uomini politici, calciatori superpagati, imperatori della finanza. In un certo momento tutti, ma proprio tutti, hanno dovuto sollevare il capo per cercare di individuare la sua lucente navetta.
Poi, quando ha cominciato a raccontare la sue esperienze oltre i confini dell’atmosfera, tutti lì, ad ascoltarlo in quasi religioso silenzio, poi porgli mille domande, poi far fotografie e selfie, poi farsi firmare qualsiasi cosa a portata di mano. E, in perfetto stile World, ai soci non è costato nulla, soltanto le modeste spese di viaggio e un ricordo della sua partecipazione all’Assemblea.
Tanti non soci, parenti e amici o semplicemente persone lì per caso, mi hanno chiesto se si potesse intervenire all’incontro con Guidoni. In un primo tempo non ho capito la domanda, poi, quando qualcuno ha aggiunto se ci fosse qualcosa da pagare, allora ho sorriso: nulla, sempre in perfetto stile World. Libertà assoluta, per soci e non, di partecipare, di restare a pranzo e a cena oppure di arrangiarsi con un panino, libertà di dormire nell’agriturismo o in macchina.
Libertà e partecipazione. Pare lo slogan di un nuovo partito. Ma non mischiamo il sacro col profano.
Il luogo (altri direbbero la location, ma noi siamo italiani e siamo ricchi di una meravigliosa lingua, almeno quella lasciatecela), il luogo, dicevo, era bellissimo, siepi, prati, alberi e silenzio. Una piscina che invogliava a nuotare e un servizio inappuntabile. E’ stato un tuffo nel passato, quando ci si incontrava nella vera Italcon per chiacchierare, per conoscere i grandi della fantascienza italiana, per avvicinare gli editori e tentare di proporre le proprie opere.
Ovunque i classici capannelli intorno a un tavolinetto con un bicchiere di vino e un succo di frutta a parlare di fantascienza, giovani sconosciuti che ti fermavano per chiederti di firmare un tuo libro, tavole di illustratori che venivano mostrate con malcelato ansioso orgoglio e libri. Libri ovunque. Gratis, offerti da quella World SF Italia il cui principale scopo è quello della diffusione della fantascienza.
Una lezione a chi sbandiera senza pudore il proprio egocentrismo ostentando successi vuoti d’ogni vero contenuto.
Che danno fanno alla fantascienza italiana!
Il vero successo è quello di tornare a vedere giovani e meno giovani con ‘negli occhi le stelle’.
Telefonate, sms, mail di soci che, non potendo essere lì con noi, ci hanno fatto sentire egualmente la loro presenza. E’ vero, siamo un piccolo popolo sperso per lo Stivale, impossibile per tanti percorrere lunghe distanze per essere lì con noi, ma sapevamo che anche loro c’erano, che anche gli assenti condividevano la finalità della nostra Associazione, il primo più importante punto del nostro Statuto: diffondere la cultura della fantascienza e del fantastico.
E ci stiamo riuscendo.
Gianfranco de Turris, quando ci siamo salutati, mi ha ringraziato perché da tempo immemorabile non vedeva tanti amici di trascorse battaglie fantascientifiche. Di nulla, grazie a te per esserci, ho quasi balbettato, pensando che quell’uomo così modesto è stato il mio mentore e mentore di tanti altri che oggi vantano varie pubblicazioni.
Dopo l’Assemblea, di cui presto leggerete il verbale, e dopo l’interessantissimo incontro con il nostro socio, l’astronauta Umberto Guidoni, c’è stata la tavola rotonda con i finalisti del Premio della Critica Ernesto Vegetti. E, anche in questo caso posso dire, senza tema di smentite, che è un evento unico nell’infinito, spesso esuberante e spessissimo vacuo, panorama dei premi (non solo di fantascienza, sia chiaro). Tutti i finalisti hanno presentato la propria opera, tutti i finalisti hanno parlato del futuro del loro lavoro. Ditemi, se ci riuscite, dove avviene qualcosa di simile? E mi è piaciuto molto il commento di alcuni dei presenti che alla fine hanno mormorato: mi avete fatto venire voglia di comprare tutti i vostri libri.
E, per concludere, i finalisti presenti son tornati a casa con un omaggio della World, olio per aiutare gli ingranaggi della loro menti a produrre ancora, vino per un pizzico di follia in più.
Cosa aggiungere per il Premio Vegetti. Com’era immaginare, diventa ogni anno più difficile scegliere le opere vincitrici, a volte si vince per una spanna, per un punticino di più. Com’è già successo, avrei voluto più vincitori in tutte le categorie, ma non o possibile. Chissà, prima o poi m’invento un premio multiplo…/span>
La partecipazione alla cena è stata inaspettatamente numerosa, tanto da costringere i camerieri ad aggiungere nuovi tavolinetti per far posto a tutti. Ed è stato difficile districarsi tra i commensali per i nostri ’50 e oltre’, i tre super soci che hanno festeggiato le nozze d’oro con la fantascienza italiana. Grazie ad Adalberto Cersosimo, grazie a Luigi De Pascalis, grazie a Pierfrancesco Prosperi di essere stati con noi per condividere la nostra gioia di consegnare loro il trofeo “50 e oltre” e dichiararli ufficialmente ‘Dottori in fantastico e fantascienza’. Dopo Renato Pestriniero, Gianfranco de Turris e Vanni Mongini, ne mancano solo tre, Vittorio Catani, Ugo Malaguti e Mauro Antonio Miglieruolo che premieremo appena possibile.
E, col tempo, ne premieremo altri, ne sono sicuro.
Ma, restando in argomento, nel sito worldsf.it troverete i vincitori del Vegetti. Interessante notare che, a differenza di altri premi in cui qualcuno li organizza, quel qualcuno si vota e sempre quel qualcuno si premia, i vincitori di tre su quattro categorie sono andati a non soci World e il quarto a una socia con un editore estraneo alla World.
E’ quello che ho voluto da quando sei anni fa sono stato eletto Presidente della World SF Italia. Premiare le vere migliori opere nel, a volte, confuso panorama fantastico italiano. Sei anni travagliati, durante i quali più volte ho pensato di gettare la spugna e non l’ho fatto per rispetto di chi ha creduto in me (e per non dar soddisfazioni a chi mi ha vilmente offeso).
Sabato però si sono concretizzati gli esiti positivi di tanti miei sforzi.
Grazie ai soci presenti e ai non soci ch’erano lì con noi, grazie ai soci che non c’erano ma che ci hanno fatto sentire il loro sostegno, grazie all’infaticabile Luca Ortino, splendido anfitrione, grazie a Filippo Radogna che ha intervistato Guidoni per la rivista Dimensione Cosmica, grazie al nostro Salvo Toscano che col corpo era a Catania, ma con la mente era con noi e che permette che leggiate questo consuntivo.
Grazie al rappresentante del club MoonBase ‘99 con cui si spera verrà avviata una proficua collaborazione, grazie ai responsabili del blog UraniaMania che sono stati lì con noi e che abbiamo accolto come soci. Si cresce, sempre di più.
Grazie ai soci che sembrano rimasti indifferenti, anche per loro ho combattuto, anche per loro ho rinforzato quella dignità di un’ Associazione e di un Premio nato dalla volontà del grande Ernesto Vegetti, anche per loro si è aperta una nuova World, perché nella World tutti troveranno sempre la vera autentica tenace intramontabile fantastica fantascienza italiana.

Donato Altomare
Presidente della World SF Italia

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