Archivi

Quota sociale annuale e donazioni

La quota sociale è di € 25,00 mentre e' possibile fare una libera donazione all'Associazione per meglio sostenere la sua attività. Cliccare qui per informazioni su come effettuare il versamento

Garibaldi e Mario Monti nelle ucronie di Prosperi

Pierfrancesco1rCome buona parte degli architetti è un grande creativo: Pierfrancesco Prosperi, nome prestigioso nell’ambiente della fantascienza è riuscito sempre a combinare le sue due professioni: di architetto e scrittore (ma è anche fumettista) che a suo parere hanno diversi punti in comune: “Si parte da un’idea -ci dice- che diviene nel primo caso progetto, inizialmente di massima e dopo definitivo. Nell’altro caso brogliaccio di una storia e poi storia vera e propria, soggetta a volte a infinite revisioni, proprio come un progetto”.
Ma come concilia il suo costante doppio impegno? Semplice, scandisce le cose in tempi separati. Infatti, la mattina presto scrive per qualche ora e dopo comincia a progettare. La divisione però non è nello spazio per cui sullo stesso computer sono presenti, in cartelle separate, gli elaborati concernenti palazzi, scuole, ospedali, (soprattutto della sua città, Arezzo, ma anche della provincia), i saggi e le trame narrative fantastiche o noir, i testi e le immagini fumettistiche.

Avvierei questa nostra conversazione partendo dalle tue storie ucroniche cui hai dedicato tanti lavori. Cosa ti spinge a scrivere di storia alternativa?
L’ucronia per qualcuno è una branca minore e specialistica della fantascienza, per me è fantascienza al quadrato, al massimo livello. Alla domanda classica dello scrittore di sf “E se…” basta sostituire “E se fosse successo…” Il campo è infinito, e all’estero, specie in USA esistono intere collane dedicate alla storia alternativa. Da noi purtroppo è vista come una curiosità, che solleva interesse solo quando ne scrive qualche grosso calibro come Philip Roth (vedi Il complotto contro l’America).

Garibaldi a Gettysburg, pubblicato per l’Editrice Nord nel 1993, Pierfrancesco2r è uno dei tuoi romanzi più fortunati, cui lo ricordiamo, fu assegnato anche il Premio Italia. Ce ne vuoi parlare?
È una storia in due tempi. Nel 1986 lessi su La Nazione un articolo di Arrigo Petacco sulla mancata partecipazione di Garibaldi alla Guerra Civile americana, e scrissi di getto un romanzo di 150 pagine sull’argomento, poi lo lasciai lì. Nel 1992, alla Italcon di Courmayeur venni a sapere del concorso dell’Editrice Nord per un romanzo di lunghezza minima 250 pagine. Allora ripresi in mano il romanzo e ci aggiunsi un centinaio di pagine, la parte di vicenda che si svolge in America. Il resto è storia: Garibaldi a Gettysburg vinse il Premio Nord 1993, poi il Premio Italia 1994 e altre onorificenze. E vendette 3.000 copie, una enormità per un romanzo italiano. Da tempo è pronto il seguito, Ritorno a Gettysburg, in giacenza presso Urania che spero deciderà prima o poi di pubblicarlo assieme al primo.

Sempre tenendoci tra storia e politica hai scritto anche un testo che aveva per protagonista l’ex presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti (Bersaglio Mario Monti «Ogro» nel centro di Roma)…
È stato un curioso esperimento, perché nella primavera 2012, sollecitato da un mio amico Pierfrancesco3r editore di Arezzo (purtroppo improvvisamente scomparso l’anno successivo) ho scritto una sorta di “instant book” sull’attività politica del presidente del consiglio Monti, all’epoca l’uomo più potente d’Italia, mentre era in svolgimento, per cui la vicenda, che all’inizio era di pura anticipazione, superato un certo momento (luglio 2012) si è trasformata in ucronia, ovvero in storia non realizzata; in particolare il suo momento-chiave, un apocalittico attentato nel centro di Roma, ispirato a quello che nel 1973 ha ucciso l’ammiraglio spagnolo Carrero Blanco detto Ogro, non si è mai (per qualcuno, purtroppo) verificato…

E se dovessi, invece, scrivere qualcosa sul recente incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il leader nordcoreano Kim-Jong-un, cosa ti verrebbe in mente?
Bene, dall’11 settembre in poi la realtà ha iniziato a superare la fantasia. Chi poteva immaginare, nel 2014 o 2015, un Donald Trump presidente degli USA? Posso solo dire che a un certo punto “The Donald” e Kim sembravano i protagonisti del film Scemo e più scemo: “Il mio bottone rosso è più grosso del tuo…” Poi per fortuna le cose sono migliorate. Per ora.

Hai anche dato alle stampe un saggio sulla morte dei presidenti degli Stati uniti. Qual è la tua tesi in proposito?
La mia tesi è che… non esista un legame di tipo esoterico o fantascientifico tra quelle morti, legate in parte alla sfiga (per i presidenti morti di malattia) in parte alla mania tutta americana di sparare a qualcuno famoso per diventare a propria volta famosi. Probabilmente l’unico vero complotto è stato quello contro Kennedy, su cui non sapremo mai tutta la verità. Certo è che nel 1981 la serie si è interrotta per un vero nonnulla: la pallottola sparata contro Reagan da John Hinkley gli passò a 2 centimetri dal cuore… Se Reagan, il presidente dell’anno 1980, fosse morto, sarebbe stato difficile trovare due candidati validi per le elezioni del 2000.

Autocrisi 2020, invece, è la storia della ribellione delle automobili. Da dove è nata l’ispirazione?
La ribellione delle auto è in Autocrisi 2020, seguito ideale di Autocrisi che invece descriveva la rivolta di una minoranza di uomini contro le auto. L’ispirazione per questo tipo di opere nasce dalla constatazione che lo sviluppo delle città nell’ultimo secolo è stato deformato e indirizzato ad esclusivo vantaggio della motorizzazione privata, con i nefasti effetti che conosciamo. Quasi che fossero le auto le nostre vere padrone (Il dio con quattro ruote è il titolo di un mio fumetto sullo stesso tema). Come esclama uno dei personaggi nel finale del romanzo, “Abbiamo asfaltato mezzo pianeta per loro!”

E poi c’è la passione per i romanzi di spionaggio Pierfrancesco4r internazionale con le avventure di Stefano Leone, scritte per Segretissimo Mondadori. L’ultima è stata Leone-Febbre mortale. Hai già in corso la stesura di un prossimo testo?
Per la verità, la quarta avventura dell’agente Leone è attualmente in lettura alla Mondadori. È una storia di bruciante attualità (una gravissima minaccia alla pace mondiale portata dallo Stato islamico) che si ricollega ai fantasmi di un recente passato.

Infine, una curiosità rivolta all’architetto che ha redatto piani regolatori di tanti comuni. Come vedi le città del futuro?
Saranno sempre più telematiche e quindi, potenzialmente, disperse nel territorio. Preferisco dire come non le vorrei: penso a Chongqin, una città cinese che pochi decenni fa quasi non esisteva e che oggi conta 10 milioni di abitanti. Un termitaio, oltretutto inquinatissimo. Ecco, la città di domani dovrebbe essere tutto il contrario!

Filippo Radogna

I commenti sono chiusi.