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C’era una volta la “Fanta & Scienza”

Il Sottogenere del Fantasy Scientifico per le Guerre Stellari

L’Esalogia cinematografica di Star Wars (molto presto Ennealogia, e oltre) racconta storie di avventure galattiche tra varie specie di alieni, diversi e peculiari sistemi solari e addirittura stazioni da battaglia spaziali: tutti elementi immediatamente riconoscibili come fondanti di un Genere preciso. Ma è anche un’epica di principesse prigioniere e fantasmi eterei, di armi fatate e draghi da sconfiggere, di costumi medievaleggianti e superpoteri mistici – senza alcuna plausibile spiegazione. Se pensiamo a Star Wars pensiamo sia alle astronavi, sia ai Signori Oscuri; tanto all’iperspazio, quanto ai cavalieri cosmici…

Si parla quindi di pura Science-fiction (che in Italia abbiamo tradotto come Fantascienza) o di fiabesco Fantasy? Speculazione o favola? Cosa spinge la Saga di Guerre Stellari in un Lato o nell’altro della Forza?

Scienza versus

La differenza tra Fantascienza e il Fantasy è un argomento a lungo e molto dibattuto. Chi siamo noi per tirarci indietro? Possiamo iniziare dai nomi originali, che già offrono interessanti spunti di riflessione.

“Science-fiction”, per gli amici “Sci-fi”, significa letteralmente “narrativa/opera di immaginazione basata sulla scienza” – qualsiasi tipo di scienza, senza distinzione: dalla fisica alla sociologia, dall’astronomia alla storia, dalla chimica alla politica, dalla psicologia alla biologia, eccetera. In questa abbondanza di forme scientifiche gestibile in chiave “fiction” (ossia un racconto creativo il cui contenuto è immaginato, fabbricato) si può notare l’enorme potenzialità, forse ancora inespressa, del Genere.

“Fantasy” deriva ovviamente dal termine fantasia, che però (e ci complichiamo la vita) nell’originale greco significa “mostrare”. Infatti, dalla Treccani, la fantasia è la “facoltà della mente umana di creare immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no a una realtà”. Insomma, quello che conta è l’atto tutto umano di rielaborazione personale di ciò che si mostra ai nostri occhi, rielaborazione che può essere lontanissima o quanto più vicina possibile alla realtà oggettiva.

Sottolineiamo come un’ulteriore confusione per gli italiani sta nella traduzione tutta nostrana del termine Sci-fi: la nostra “Fantascienza” usa infatti il ben preciso prefisso “Fanta”, non a caso mancante nell’originale e che infatti l’avvicina “pericolosamente” all’altro campo, dominato dalla pura fantasia. Insomma, se in inglese si racconta la scienza (-fiction), in italiano la si immagina (fanta-).

Uscendo dalla forma e arrivando al contenuto, una linea divisiva stavolta molto semplice (anche se non completa) è che la Fantascienza riguarda avanzamenti scientifici e tecnologici che potrebbero ragionevolmente realizzarsi nel nostro futuro; mentre il Fantasy esiste solo nel reame dell’immaginazione umana. Nel primo caso ci si concentra nella speculazione di probabili evoluzioni; nel secondo caso, invece, si favoleggia di tutto e il contrario di tutto, senza legarsi necessariamente alla realtà e ai suoi limiti.

Molto di ciò che vediamo in Star Wars è collegato alla tecnologia avanzata, il che sembrerebbe inserirlo nel Genere Fantascienza. Magari non possediamo già oggi dei motori a iperguida che rendono possibile il viaggio interstellare al Millennium Falcon… ma possiamo facilmente presumere che le navi starwarsiane in grado di viaggiare su altri mondi siano la naturale conseguenza del nostro approdo sulla Luna o dell’invio di sonde robotiche verso gli altri pianeti del Sistema Solare. E certa tecnologia di Guerre Stellari non è poi così avanzata nel tempo, basti pensare a come gli scienziati siano già riusciti a creare degli strumenti simili a spade laser in miniatura.

Versus magia

È, comunque e soprattutto, l’esistenza della Forza a fare di Star Wars più un Fantasy che una Science-fiction. Ci sono tanti elementi che contribuiscono, sia narrativi (personaggi e situazioni fiabeschi, tipo la regina guerriera o la principessa prigioniera da salvare) che visivi (costumi antichi tipo i mantelli e le armature, armi esotiche tipo le spade, creature mostruose in abbondanza); ma questo concetto, questa semplice idea di sceneggiatura che si fa da subito simbolo potentissimo e onnicomprensivo, è di importanza decisiva.

“The Force”, la Forza, è un campo di portata perlomeno galattica – anche se possiamo presumere intergalattica e universale, quindi assoluta – di energia mistica che conferisce degli incredibili poteri, in apparenza magici, ai mitici usufruitori; speculari: Cavalieri Jedi nel campo del Bene, Oscuri Signori dei Sith nel campo del Male. Come recita Obi-Wan Kenobi nel Guerre Stellari originale, “Episodio IV: Una nuova speranza” del 1977 (a oggi l’unica spiegazione concreta della sua natura): “La Forza è quella che dà al Jedi la possanza. È un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra. Mantiene unita tutta la Galassia”. Come si vede, inizialmente il cosiddetto “campo energetico” può essere interpretato in chiave Sci-fi… ma subito dopo la sua, citiamo, “creazione” da parte di “tutte le cose viventi” (insomma anche piante e amebe – inoltre, Kenobi non usa il termine “organismi” bensì “cose”), il suo “penetrare” i corpi al di là della materialità degli stessi, la sua facoltà benigna di “mantenere uniti” spazi così enormi oltre la stessa forza scientifica della gravità o in parallelo con essa… tutto ciò rende il concetto meno tecnico e più etereo. Infatti lo studio della Forza nei film è più simile a una religione che a una scienza; si parla di Tempio Jedi, di Ordini Jedi/Sith, di concepimenti virginali, profezie e “volontà superiori”, provvidenziali.

Le facoltà che l’uso della Forza conferisce, tramite adeguati addestramento e preparazione, agli esseri sensibili sono straordinarie, disumane, simili ai leggendari superpoteri dei Supereroi; per citarne solo alcune: controllo del pensiero, telecinesi, iper-sensibilità sviluppate, capacità fisiche inaudite (forza, resistenza, agilità, ecc), fattori di guarigione, preveggenza, immortalità eterea! Molte di queste facoltà, certamente, sono pertinenti al campo fantascientifico, ma è la loro misura o la facilità d’uso che le rende estremamente simili alla magia fantastica, creando figure tipo stregoni e streghe spaziali. Mancano solo le formule magiche.

L’idea lucasiana nella Nuova Trilogia Prequel dei Midi-chlorian (introdotta in “Episodio I: La minaccia Fantasma”, 1999; poi solamente accennata in “Episodio III: La vendetta dei Sith”, 2005) cerca di dare una spiegazione scientifica non della natura della Forza, che rimane assolutamente mistica, ma solamente di come essa si manifesti/venga usata in modi differenti dai Cavalieri Jedi e dagli Oscuri Signori dei Sith. Infatti si tratta di microorganismi presenti nel sangue di tutti gli esseri viventi in varia misura, che fungono da “antenne” nella ricezione dell’energia fatata: più se ne possiedono, più si è potenti nel sentire e usare questa misteriosa magia. Che è per definizione misteriosa: nemmeno i Midi-chlorian di George Lucas possono spiegare come la Forza possa far svanire i cadaveri dei caduti e farne diventare lo spirito un vero e proprio fantasma, in grado di interagire con i viventi.

Hard Sci-Fi & Space Opera

Science-fiction e Fantasy hanno molti Sottogeneri, con elementi in comune tra loro. Uno di questi è la Hard Sci-fi: Fantascienza “dura/pesante”, la cui scienza deve essere accurata e a prova di errore. Un autore di questo Sottogenere deve, per esempio, fare delle ricerche approfondite per essere sicuro che l’astronave che ha creato funzioni secondo criteri scientifici conosciuti. Diversamente, un autore di Fantascienza “soft” si può accontentare di dire che la sua astronave vola; il come essa lo faccia non è importante ai fini della storia.

Star Wars rientra nel Sottogenere della Space-opera, che trae molti elementi dalla narrativa d’avventura. Qui si parla di intrecci, personaggi e abilità, battaglie e guerre su scala enorme, volutamente enfatizzata (tutto ciò è molto starwarsiano); il cui fine è esclusivamente rendere ancora più coinvolgente ed espressivo il racconto. La tecnologia e gli altri elementi frutto della ricerca scientifica sono spesso o inaccurati o possiedono solo un sapore superficialmente e vagamente “tecnico” – per esempio, la gestione dei Midi-chlorian per spiegare la sensibilità alla Forza. Termini, dati, concetti tecnico-scientifici sono usati per rendere più divertenti i dialoghi; e sono scritti in modo esagerato e inventivo, quasi poetico.

Nella Fantascienza Hard la scienza è la storia; in Star Wars e in altre Space-opera la scienza è lo scenario indistinto, una vaga scenografia contro la quale si svolge la storia; però questo non rende Guerre Stellari “meno Science-fiction”.

Fantasy scientifico?

Esiste un filone ibrido nella fiction speculativa: lo Science Fantasy (più o meno il “Fantasy scientifico”) è il Sottogenere ormai diffuso che unisce, fonde e integra il Fantasy alla Fantascienza, rispettando entrambi… ossia, dona elementi di fantasia pura e scatenata a una storia pensata come Sci-fi – o il contrario. Già Rod Serling, il creatore televisivo di “Ai confini della realtà”, dal suo punto di vista fantascientifico definiva la Science-fiction come “ciò che rende possibile l’improbabile”; mentre il Fantasy come “ciò che rende probabile l’impossibile”. Allora lo Science Fantasy è quella forma che rende possibile l’impossibile; ovvero che conferisce una patina di realismo a situazioni che nel nostro mondo concreto non potrebbero accadere. Per esempio, un macchinario tecnologico che piega o riflette la luce per mimetizzare otticamente un super-mezzo aereo fa parte della Fantascienza (gli Avengers della Marvel); un anello creato da un angelo caduto che rende invisibile e potente il suo portatore è Fantasy (“Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien); un anello creato da una razza aliena tecnologica che usa la luce e rende superpotenti può essere Science Fantasy (le Lanterne Verdi della DC). In effetti in tutte queste situazioni di Genere si possono usare mondi immaginari e creature inumane intelligenti e/o mostruose.

Nello specifico, lo Science Fantasy può arricchire di sfumature magiche e/o immaginifiche storie fantascientifiche che tali sfumature normalmente non avrebbero (tipo mettere in mano un’antica bacchetta magica a un ingegnere aerospaziale che deve costruire una stazione orbitante per salvare l’umanità dall’estinzione per un virus pandemico); oppure può spiegare scientificamente elementi di norma inverosimili presenti nelle storie Fantasy (tipo spiegare come un drago sputafuoco innamorato di una principessa che terrorizza una contea e deve essere ucciso da un eroico cavaliere errante in realtà sia un’aberrazione genetica creata in laboratorio da uno scienziato pazzo).

Potrà sembrare una banalità ma la miglior risposta al quesito “che Genere è Star Wars?” è “un po’ di più di Fantasy e un po’ di meno di Fantascienza”, senza chiuderlo a forza in una o nell’altra scatola. Da un lato, relegarlo alla Science-fiction elimina i suoi preponderanti elementi puramente Fantasy, come la Forza e i fantasmi; ma definirlo Fantasy ne ignora l’ambientazione interplanetaria e la diffusa sensazione di tecnologia avanzata… Un peccato.

La migliore etichetta per Guerre Stellari è lo Science Fantasy: il Sottogenere, il filone ibrido che riesce ad amalgamare princìpi tecnologici a quelli sovrannaturali, senza sacrificare i primi o ignorare i secondi. Componenti che, in questa che definiamo la “Saga delle saghe”, lavorano insieme; pur se da posizioni differenti, in perfetta armonia.

Filippo “Jedifil” Rossi
Consigliere dell’ Associazione Yavin 4 Fan Club

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