Continuiamo a proporre recensioni di opere al margine del fantastico scritte dal nostro socio Enrico Rulli. Buona lettura.
Donato Altomare
Millás, Juan José e Asuaga, Juan Luis – La vita spiegata da un sapiens a un neanderthal (Rizzoli, 2021)
Ecco un oggetto unico, in parte saggio, in parte romanzo, in parte memoriale. È il frutto dell’incontro di un famoso paleoantropologo (Asuaga) con uno scrittore (Millás), che ha così potuto sfogare la propria ossessione per quelli che lui definisce i nonni. Ovvero, gli abitanti della preistoria, da lui incontrati durante una fortuita visita al sito archeologico spagnolo di Atapuerca.
Il libro si sofferma sulle questioni centrali della nostra storia evolutiva: la conquista della forma eretta, la domesticazione degli animali, l’incontro con i grandi misteri dell’invecchiamento e della morte. In quanto al neanderthal del titolo, quello siamo noi, imbevuti d’ignoranza e miti pseudoscientifici da sfatare (uno su tutti: quello secondo lui la longevità umana sarebbe aumentata nel tempo).
Da questo libro si esce più saggi e con l’impressione che i nostri antenati remoti siano più vicini di quanto abbiamo mai sospettato.
All’arrivo dell’estate, il paleontologo andò ai suoi scavi e io mi rifugiai nelle mie scritture, temendo che quella separazione così lunga diventasse definitiva. Arsuaga non è tipo da grandi scambi epistolari né contatti telefonici, figurarsi WhatsApp. Arsuaga è distante, perciò forse l’estate avrebbe rappresentato uno strappo difficile da riparare in autunno. Con mia sorpresa, il primo agosto ricevetti un’e-mail in cui mi assegnava un compito: dovevo osservare le impronte lasciate sulla spiaggia da bambini di tre o quattro anni.
«Se lo fai, ti spiegherò la locomozione bipede» mi promise.
Allegava l’impronta del piede di sua figlia, aggiungendo che Lucy aveva proprio la statura di un bambino di tre o quattro anni.
Dio mio, Lucy!