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L’arte e i “Pianeti proibiti” di Alessandro Bani

AlessandroHa iniziato a disegnare a sette, otto anni e raccoglieva in una scatola fogli di ogni misura con i suoi primi tentativi di riprodurre i fumetti che leggeva. Molti anni dopo Alessandro Bani, quando era già un affermato illustratore di sf diede vita con alcuni amici, tra cui Ernesto Vegetti, al club Il Pentacolo e fondò la fanzine: ‘Loculus’, che tanti appassionati ricordano come divertente e dissacrante. Dopo un lungo percorso artistico, decine di esposizioni, collaborazioni e riconoscimenti ha pubblicato il volume ‘Pianeti proibiti’ per le Edizioni Della Vigna. Alessandro è nato a Omegna (Provincia del Verbano – Cusio – Ossola, in Piemonte) nel 1955, cittadina situata sulla sponda settentrionale del Lago d’Orta e città natale di Gianni Rodari, Piergiorgio Nicolazzini, Nicola Fantini, Giovanni Solaro. Vive a Oleggio, sulle colline in provincia di Novara, non troppo distante da quelli che definisce “gli amati” laghi Maggiore e Orta. Ha studiato Scienze agrarie ma ha sempre lavorato in altri settori. Tra i suoi interessi: la narrativa fantastica e non solo, infatti ha una fornitissima biblioteca con autori di tutti i generi e tra questi legge e rilegge, solo per citarne qualcheduno, Simak, Sturgeon, King, Blackwood, Smith, Scerbanenco, Simenon, Borges. Ascolta dalla musica jazz a quella classica sino alle avanguardie più estreme, tifa per il Milan, va in mountain bike, adora i gatti e la buona cucina. Tra i suoi artisti prediletti vi sono (mischiati) Magritte, Bosch, Vedova, Thole, Dalì, Baj, Escher, Morandi, Burri, Finlay, Caravaggio, Giger; tra gli artisti fumettisti Toppi, Battaglia, Magnus, Druillet, Moebius, Breccia.
  “Fra gli autori più amati dei miei primi libri – riferisce Alessandro- che ancora conservo nella mia biblioteca, spiccano sicuramente Jules Verne ed Emilio Salgari. Quindi i disegni di quell’epoca illustravano esotiche foreste, animali feroci, paesaggi lunari e palloni aerostatici. Alle superiori – prosegue l’artista- ebbi la fortuna di incontrare Valerio Peretti, un valido disegnatore e appassionato d’arte e fumetti, nonché figlio di un’eccellente pittore, molto ispirato al metafisico surrealismo di De Chirico e Savinio. In quella casa si respirava arte. Ho imparato molto!”.

Quando ti sei dedicato risolutivamente alla fantascienza?
Intorno al 1970 un caro amico, ora anche lui artista, Eugenio Cerrato, mi iniziò alla fantascienza. I prestiti di vari numeri Urania, che lui collezionava, furono per me una scoperta di un mondo che avevo solo sfiorato con le mie letture dei libri di Peter Kolosimo. Mi passò anche qualche numero di Nova SF, con le illustrazioni in bianco e nero di Virgil Finlay: fu amore a prima vista. Iniziai a tentare di riprodurre quelle meravigliose immagini con le mie scarse capacità tecniche. Ci vollero alcuni anni di ostinato studio da autodidatta per arrivare ad avvicinarmi al maestro americano, senza mai riuscire ad eguagliarlo.

E quali altri illustratori ti entusiasmarono?
Druillet, Moebius, Magnus, Bok, Fabian, Cartier, Frazetta, Whelan, Festino, Bonadimani e tanti altri. A tutti loro devo qualcosa. Ho imparato tanto, copiando, ricopiando, interpretando i loro tratteggi, la loro fantasia.

E poi come è proseguito il tuo viaggio nella illustrazione fantascientifica?
Da accanito lettore venni in contatto con il fandom, con le fanzine, con gli incontri tra appassionati. Fondai con alcuni amici (tra questi l’indimenticato e indimenticabile Ernesto Vegetti) il club Il Pentacolo, ed editai anch’io la mia fanzine: ‘Loculus’, tanti la ricordano ancora come la più divertente e dissacrante di quegli anni. Proprio su quelle pubblicazioni amatoriali apparvero i miei primi disegni. Prima fra tutte fu ‘Alternativa’ di Caimmi e Nicolazzini, che mi ospitò dedicandomi uno spazio per un piccolo portfolio con tavole a tutta pagina.

Cosa pubblicavi e per chi?
Negli anni pubblicai decine e decine di illustrazioni su quasi tutte le principali riviste amatoriali e in seguito su diverse pubblicazioni professionali, in primis Fanucci Editore. Seguirono le edizioni Nord, la rivista ‘Verso le Stelle’, ‘Sf…ere’, Aliens, Oscar Mondadori. Per questi ultimi realizzai cinque copertine per i volumi dedicati ai racconti di H.P.Lovecraft, autore da me amatissimo. Proposi un portfolio di immagini realizzate con la mia solita tecnica di disegno a tratto in bianco e nero e una serie di nuovi lavori realizzati con un’artigianale tecnica di manipolazione fotografica, utilizzando una semplice fotocopiatrice da ufficio. I grafici scelsero questi ultimi lavori, tra questi preferirono, a mio giudizio, i meno ‘lovecraftiani, fra quelli proposti.

Vuoi parlarci di alcuni tra gli autori da te particolarmente amati dei quali ti è capitato di illustrare le storie?
Mi è capitato di illustrare racconti o meglio ancora di trarre ispirazione per i miei disegni da autori prediletti anche come appassionato lettore. Tra questi in testa a tutti metterei proprio Lovecraft con i suoi orrori cosmici, le sue creature indescrivibili, le città vetuste dalle architetture impossibili, i libri antichi, l’orrore per i tentacoli. Alcune mie tavole sono dedicate anche alla figura dell’autore stesso, ho realizzato ritratti di HPL immerso tra le sue creature e le sue suggestioni. A seguire, la ‘Fantasia eroica’ di autori quali Howard, Smith, Moorcok, Moore, Cersosimo, Altomare mi hanno parecchio ispirato per disegni pubblicati in antologie di racconti e portfolio dedicati al genere. Grazie a queste innumerevoli pubblicazioni e all’apprezzamento degli appassionati ho vinto per diverse volte il Premio Italia nella categoria ‘Miglior artista’, la prima volta nel 1984 a Montegrotto.

E per quanto riguarda le esposizioni?
Ho partecipato a numerose mostre collettive con artisti del calibro di Karel Thole, Giuseppe Festino, Oliviero Berni, Michelangelo Miani, Cesare Reggiani, Maurizio Manzieri. La mia prima personale la realizzai a San Marino nell’ambito di una edizione dell’Italcon. La mia mostra che è durata più a lungo, un mese e mezzo, si tenne nel castello di Arceto nel Reggiano con la curatela di due persone straordinarie: Massimo Tassi e Pietro Guarriello; il titolo era ‘Ombre dal Cosmo’ dedicata ai mondi onirici di Howard Phillips Lovecraft e Clark Ashton Smith.

Hai avuto periodi di creatività che ti hanno portato verso altre forme espressive?
Per alcuni anni ho smesso di disegnare a tratto per dedicarmi ad altre tecniche e altre forme espressive. Forse è stato a causa di un piccolo incidente in bicicletta che mi procurò una frattura ad un dito della mano destra e quindi un intorpidimento dell’arto, forse il desiderio di svincolarmi un po’ dall’illustrazione, forse anche per la diminuzione delle pubblicazioni che proponevano testi corredati da disegni; decisi di cimentarmi con la pittura. Avevo in mente un modello in particolare, il grande Emilio Vedova, mi affascinava la sua libertà della pennellata. L’informale. Nulla da ‘illustrare’ il tutto era teso ad emozionare. La danza del pennello sulla tela (e non solo, nel caso di Vedova).

Hai quindi seguito anche questo segmento artistico…
Acquisita, anche qui da autodidatta, qualche rudimentale confidenza con tempere ed olii, ho cercato una mia via espressiva. Ho tolto completamente la figura umana. Ho tolto qualsiasi riferimento al reale. Ho realizzato solo ‘paesaggi interiori’, lavorando prevalentemente su carte e cartoncini con tempere e acquerelli. Utilizzando pennelli, spatole, matite e oggetti casuali per manipolare il colore, facendo danzare la mano anche sulle suggestioni di note musicali ascoltate prima, durante e dopo l’azione pittorica.

Come sono state interpretate queste tue opere?
I miei nuovi lavori sono abbastanza piaciuti ad amici e conoscenti, anche al di fuori del mio mondo fantascientifico. Ho partecipato ad alcune mostre collettive e qualche esposizione personale.

Hai pubblicato il volume “Pianeti proibiti” cosa contiene? Pianeti Proibiti
Ti spiego: nel 2013 gli amici scrittori Adalberto Cersosimo e Franco Piccini, con l’editore Luigi Petruzzelli mi proposero il progetto di un libro che raccogliesse un centinaio di miei lavori di illustratore del fantastico. Raccolsi idee, sistemai, recuperai disegni che credevo persi e proposi il materiale che fu accettato e pubblicato nel 2015 con il titolo ‘Pianeti proibiti’ in tiratura limitata e numerata, nonché da me firmata. A detta di molti è venuto fuori un bel libro!

In chiusura Alessandro ci riferisce che attualmente sta lavorando con un’altra tecnica in cui utilizza il computer manipolando immagini, sovrapponendole e stampandole senza utilizzare programmi grafici dedicati. “Qualche tavola di questa serie potrebbe uscire presto anche sulla nostra rivista della World Sf, spero sia piacevole e gradita. Per il momento non ho in progetto di tornare alle mie antiche penne e inchiostri. La mano destra –conclude- purtroppo ha ancora qualche problema e mi impedisce la precisione necessaria”.

E allora che la “Forza sia con te” per rimetterti definitivamente e riprendere compiutamente tutta la tua arte!

Filippo Radogna

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