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5 ragioni per amare… il connettivismo

Dovrei illustrarvi cinque ragioni per amare il connettivismo, ma sul serio non saprei da dove partire. Il movimento di cui faccio parte è tuttora in corso di sviluppo, in continua evoluzione, e tende pertanto a sottrarsi alla facilità di giudizio che può suscitare un quadro cristallizzato in una dimensione ormai conclusa e completa.
Cercherò quindi di elencare cinque caratteristiche, lasciando poi a chi legge la libertà di decidere se si tratti di ragioni per amarlo o, al contrario, per odiarlo:

  1. Eterogeneità. I connettivisti sono eclettici e fondono influenze variegate: in seno alla fantascienza, i filoni più sperimentali che ne hanno scandito le diverse fasi, dalla social science fiction alla new wave, fino al cyberpunk; e nel fantastico le sue declinazioni weird e horror; dal postmodernismo i connettivisti hanno inoltre ereditato l’attitudine enciclopedica ad abbracciare cultura alta e immaginario popolare, la flessibilità nel variare i registri espressivi, l’interesse alla contaminazione tra i generi.
  2. Integrazione. Come conseguenza della diversificazione delle loro fonti d’influenza, ognuno a suo modo i connettivisti sostengono un approccio inclusivo: sintesi delle esperienze, rifiuto dei confini prestabiliti, superamento delle frontiere, trasversalità dei canali espressivi. Siamo il risultato di una cultura aggregante e multidisciplinare.
  3. Versatilità. Nel lavoro dei connettivisti si distingue un impegno a tutto tondo nella promozione dell’immaginario fantascientifico, anche in campi solitamente poco frequentati dal genere come la poesia.
  4. Senso del futuro. Per i connettivisti la fantascienza è una lente attraverso cui guardare il presente, ma restringerne il ruolo alla rappresentazione “distorta” del mondo in cui viviamo sarebbe limitante. La fantascienza deve anche interrogarsi sul futuro, guadagnando una prospettiva storica che sappia tener conto del progresso scientifico e tecnologico e delle sue ricadute culturali e sociali. Non c’è spazio per vuote e sterili nostalgie reazionarie o per insofferenze agli esiti dello sviluppo scientifico, come non proviamo simpatia per la contrapposizione strumentale della cultura umanistica e di quella scientifica, né per la compartimentazione dei saperi.
  5. Apertura. Ci consideriamo un incubatore di idee e riflessioni aperto a chiunque. Si suppone che chi voglia essere considerato “connettivista” abbia letto e in qualche modo apprezzato il nostro Manifesto (www.next-station.org/nxt-ex-1.shtml), condividendone lo spirito. Tutti sono i benvenuti, tranne i disturbatori, i professionisti delle polemiche, o gli aspiranti tali.
    Con gli altri due iniziatori del connettivismo (Sandro Battisti e Marco Milani) avevamo posto fin dall’inizio un’unica condizione: la scelta di un nickname, allo scopo di scoraggiare la partecipazione di aspiranti autori motivati dalla pura e semplice convenienza personale, quale avrebbe potuto essere un po’ di visibilità. Lo facemmo noi stessi, in prima battuta, firmando il Manifesto del Connettivismo con i nostri nick: rispettivamente zoon, pykmil e X. E chiedemmo ai nostri autori di firmarsi con un nick su tutte le nostre pubblicazioni. Col tempo la nostra prudenza si è dimostrata eccessiva: oggi ci sono in effetti soluzioni che garantiscono molta più visibilità che dichiararsi parte di un movimento culturale. Da tempo gli autori connettivisti palesano la loro identità anagrafica.

In conclusione, a dieci anni dalla sua costituzione ufficiale il connettivismo è un movimento ancora in evoluzione e per questo offre anche l’occasione per seguirne gli sviluppi in corso di divenire. A chi fosse eventualmente interessato rivolgo quindi l’invito ad approfondire in prima persona: attraverso le opere dei nostri autori, le nostre produzioni (a partire da Next e dalla nostra webzine: www.next-station.org), l’interazione sui social network (il nostro gruppo Facebook, per esempio: www.facebook.com/group.php?gid=33130629170, ormai chiuso, e sulla pagina www.facebook.com/pages/Connettivismo/226375704084651) o il contatto diretto con i singoli autori (che spesso curano un blog personale).
Da connettivisti crediamo che il futuro sia qui, adesso. Grazie alla fantascienza abbiamo gli strumenti per capirlo. A ciascuno spetta invece fare quanto in suo potere per promuoverne la consapevolezza.

Giovanni De Matteo

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