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Vizi e tentazioni” di Valentino Poppi

ValentinoTre anni fa Valentino Poppi iniziò a far parlare di sé tra gli amatori della fantascienza italiana, infatti nel 2018 fu finalista sia al Premio Urania per i romanzi sia al Premio Urania Short dedicato ai racconti. E’ comunque da sottolineare che l’anno prima Valentino aveva vinto il Trofeo RiLL (Riflessi di Luce Lunare), uno dei più noti concorsi per racconti fantastici collegato alla manifestazione Lucca Comics & Games. Laureato in ingegneria elettronica Valentino Poppi è nato nel 1968 a Bologna, città dove lavora nel settore delle comunicazioni e vive con i suoi familiari. Oltre a scrivere, si interessa di fisica, astronomia e di ogni combinazione di queste due discipline con altri argomenti. Si diletta nel risolvere enigmi logici e matematici e da oltre vent’anni è iscritto all’associazione Mensa Italia “The High I.Q. society”. Altra parte del suo tempo libero lo riserva ai videogiochi e al suo birdgarden, infatti ha un piccolo cortile sotto casa meta di numerose specie di uccelli liberi.

Asserisci di amare la fantascienza in tutte le sue forme. Cosa significa?
È una passione cominciata da ragazzino con la lettura dei volumi di Urania Mondadori e della Editrice Nord, che a parte qualche pubblicazione indipendente erano i libri che riuscivo a trovare più facilmente. I film e le serie TV erano più impegnativi, dato che bisognava guardarli nel momento in cui uscivano. Poi l’avvento del noleggio e dello streaming hanno finalmente permesso le visioni on demand. Dai primi anni ’90 anche i videogiochi sono diventati per me una fonte inesauribile per la fantascienza e il fantastico. Oggi ci sono titoli su PC e sulle più moderne console che per storia e ambientazione sono alla pari delle migliori produzioni cinematografiche. La stessa cosa vale per le serie di animazione giapponesi. Alcune recenti produzioni sono veramente splendide per trama e qualità di realizzazione.

Lo scorso anno, per Robin Edizioni, hai pubblicato il romanzo “Vizi e tentazioni”, già finalista al Premio Urania 2018. Nella storia tratti la tematica della scienza, della medicina e della democrazia. Ci possono essere delle attinenze con il periodo che stiamo vivendo? E cosa intendevi comunicare attraverso questo romanzo?
Dopo la pubblicazione un paio di persone che lo hanno letto mi Vizi e tentazionihanno chiesto se veramente fosse stato scritto prima dell’inizio dell’anno scorso, a causa di forti attinenze con la difficile situazione che il mondo sta sopportando. La riflessione alla base dell’opera è cercare di capire come cambierebbero il nostro modo di vivere e la nostra società se fosse impossibile cedere ancora ai propri vizi. A cosa porterebbe un proibizionismo non aggirabile in alcun modo su fumo, droghe, alcol e altri comportamenti più o meno deleteri per cui ora possiamo decidere individualmente e consapevolmente se rinunciare o meno? Sarebbe veramente un bene per l’umanità? È la risposta, più complessa di quanto ci si potrebbe aspettare, che il protagonista è costretto a cercare tra intrighi politici e situazioni apparentemente inspiegabili.

Quanto, a tuo parere, la fantascienza può essere una metafora e rappresentare tematiche reali e minacce per l’uomo? Quale deve essere a tuo parere oggi il compito della sf?
Credo che la fantascienza non debba assumere un compito predefinito. Io vi cerco innanzitutto la sorpresa. L’inaspettato e la meraviglia devono esserne alla base. Cerco quella sensazione di stupore per una situazione incredibile, cosa nella quale secondo me la sf è avanti a tutti gli altri generi, e la soddisfazione di mettere assieme e capire quegli elementi fantastici che all’inizio erano incomprensibili. Per questo apprezzo sia la sf impegnata con significati e messaggi profondi sia quella leggera che serve solo a distrarre per un po’.

E tu cosa intendi trasmettere attraverso le tue opere?
Nelle mie opere cerco di inserire volta per volta questi aspetti senza particolari preclusioni, sempre sperando di lasciare al lettore la sensazione di avere utilizzato bene un po’ del suo tempo per leggere una delle mie storie.

Nel 2018 sei stato finalista anche al Premio Urania Short con il racconto “Questioni d’onore” (pubblicato sul n. 1660 di Urania Mondadori del novembre 2018) nel quale da appassionato di fisica, ti sei divertito a mettere in dubbio le certezze della disciplina che ami. Tra scienza e fantascienza vi è uno stretto legame, quanto lo ritieni importante nei tuoi lavori?
Si tratta di un legame indissolubile, altrimenti si entra nel campo della fantasy o del fantastico puro, generi comunque altrettanto apprezzabili. Se l’opera è di fantascienza, per me è fondamentale che la base sia scientifica per definizione. Ogni autore la gestisce poi in modo diverso ed è molto interessante vederne le differenze tra gli stili.

Oggetti smarritiNel 2020 con il racconto “Oggetti smarriti” hai bissato il successo vincendo il Trofeo RiLL già conquistato nel 2017, di cosa parla il racconto?
Il protagonista, cercando l’ufficio comunale degli oggetti rinvenuti, si ritrova invece all’azienda Oggetti Smarriti, un’attività commerciale che recupera su commissione e a pagamento tutto ciò che è stato perduto in qualche modo. Ma… proprio tutto? Certo, ma il servizio costa caro. Saresti disposto a rinunciare per sempre a qualcosa che possiedi adesso pur di recuperare qualcosa che hai perso e che altrimenti non potrai mai più riavere?

Invece nel testo con il quale vincesti nel 2017 era intitolato “Davanti allo specchio”. Qui avevi dato un’impronta realistica, con elementi fantastici. Si potrebbe parlare di una sorta di realismo magico, quanto ti trasporta questo tipo di narrativa?
Mi sono sempre piaciute le storie “ai confini della realtà” come quelle dell’omonima serie televisiva degli anni ’60 in cui le vite di persone normali venivano sconvolte dall’incontro con l’ignoto. Con “Davanti allo specchio” ho cercato di ricreare in chiave un po’ più moderna le sensazioni che queste storie trasmettevano.

Hai dei riferimenti ben precisi come autori nella tua scrittura?
Per la fantascienza gli autori da cui trarre ispirazione sono veramente tanti, ognuno con il proprio modo di esporre storie affascinanti. Io tendo comunque a portare avanti il mio stile personale, evitando di imitare gli altri il più possibile. Oltre alla narrativa, ho trovato anche spunti di riflessione molto interessanti provenienti dalla trama di videogiochi, alcuni piuttosto datati come ad esempio “The Dig” della LucasArts con soggetto di Steven Spielberg o “The Longest Journey” della FunCom in cui la fantascienza è incredibilmente incastrata nella fantasy. Altri ancora dalla sceneggiatura di film, come “Paycheck” tratto dai racconti di Philip K. Dick.

Hai dichiarato che ti interessa molto ciò che avviene nel quotidiano. Nel tuo percorso autoriale hai scritto anche narrativa generalista?
Mi è capitato di scrivere qualche racconto, qualche breve articolo e anche poesie in rima, ma la mia preferenza resta per la narrativa fantastica. Per il momento quindi vorrei proseguire a scrivere fantascienza, anche se non escludo nulla a priori. Magari tra una storia fantastica e l’altra qualcosa di diverso può anche starci bene. Intanto ti dico che ho da poco completato un romanzo di fantascienza più “dura” che spero di potere pubblicare presto. Un altro è in lavorazione. E poi sto continuando a scrivere racconti. Ne ho già diversi inediti che mi piacerebbe raccogliere in una o più antologie.

Allora buon lavoro e…attendiamo le tue prossime storie!

Filippo Radogna

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