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Lo scrittore con lo sguardo rivolto alle stelle

Un emozionato ricordo di Antonio Bellomi da parte di Adalberto Cersosimo.

Proprio ieri, sette gennaio, intorno alle diciotto, mi giunge telefonicamente la notizia che Antonio ci ha lasciati. Una cosa improvvisa, imprevedibile, che ti mette un grande amaro in bocca. Avevamo appena pubblicato insieme a Piccinini e Altomare i quattro racconti di fantascienza natalizìa sul sito della Biblioteca Civica di Pavia. Una gradita occasione per ritrovarci idealmente dopo tanto tempo trascorso.
In un serena giornata del settembre 1965 ci incontrammo per la prima volta a casa di Luigi Naviglio. Eravamo in otto: Cozzi, Curtoni, Fossati, Naviglio, lo scrivente e tre nuovi adepti che rispondevano ai nomi di Bellomi, Bordoni, Brera. Nessuno di noi lo sospettava, ma era nato il primo fandom organizzato.
Con Antonio fu subito reciproca simpatia. Oltre che la passione fantascientifica ci univa un comune interesse per la narrativa western e per un momento sognammo di riuscire a fare pure una fanzinedi tal genere, anche se, ovviamente, prima veniva la science fiction.
Dopo la laurea, salvo un breve intermezzo milanese presso una nota ditta farmaceutica, mi dedicai all’insegnamento, mentre Bellomi, brillantemente laureato in matematica, iniziava invece a percorrere tutte le tappe di una intensa attività editoriale: agente letterario, direttore di collane e riviste, sceneggiatore di fumetti, (diverse sceneggiature, vedi Topolino, per Disney), traduttore, soprattutto scrittore disinvolto e accattivante di storie sempre godibili sviluppate secondo gli schemi di una logica rigorosa, ma nel contempo pregne di quel fascino che nella fantascienza si ama definire sense of wonder. Mai presuntuose e pretestuose lezioni di politically correct per lettori facilmente indottrinabili.
Fu proprio nel mio periodo milanese che Antonio mi invitò una sera a cena in casa sua ed ebbi modo di conoscere il padre che a volte metteva come secondo firmatario dei racconti. Bellomi era rimasto da giovane orfano della mamma e tra lui e il genitore, il quale lo aveva aiutato a superare il dramma della perdita, correva una intesa sotterranea rinforzata da un legame genuino e profondo.
Non so se per caso o per un arcano, tenerissimo, gioco del destino l’ultimo racconto appena ripubblicato porta anche la firma del papà.
Il tempo passava e la carriera di Antonio, introdotto nel circuito professionale da Luigi Naviglio, come lui stesso afferma, andava arricchendosi di nuove esperienze. Da scrittore, anche di racconti western, in appendice a fotoromanzi che la Editore Ponzoni (quella della rivista I Romanzi del Cosmo) stampava per il mercato francese. In seguito si ritrovò presto a fare traduzioni, un lavoro che è proseguito durante tutta la sua lunga attività editoriale. Con la versione italiana della serie tedesca Perry Rhodan, Garden Editoriale, avviene il salto a direttore di collana e curatore. Sull’onda del successo di Perry Rhodan (10.000 copie) seguiranno Antares, Gemini e altre pubblicazioni di breve durata. Poi con l’Editrice il Picchio toccherà a Altair e Spazio 2000. Tutte queste testate, grazie al loro curatore, davano in appendice al testo principale vasta disponibilità alla pubblicazione di racconti italiani. Ecco un debito che gli autori nazionali del fantastico avranno sempre con Bellomi.
Di solito mi capitava di incontrare Antonio nel corso degli incontri fantascientifici ai quali casualmente partecipavamo entrambi. Fu proprio in una di tali occasioni che mi fece conoscere Luigi Petruzzelli, editore ed oggi amico di lunga data. Di ciò non posso che ringraziarlo ancora una volta.
Tornando a parlare del Bellomi scrittore mi piace ricordare che la Perseo Libri di Ugo Malaguti lo ha gratificato, sul N° 27 della collana Narratori Europei di Science Fiction, dedicandogli una accuratissima antologia personale con una bella copertina di Giuseppe Festino dal titolo particolarmente significativo di Con lo sguardo rivolto alle stelle (2005), contenente una nota introduttiva di Ugo Malaguti esaustiva, convinta, commovente.
E a me è toccato il privilegio di presentare in libreria a Milano questo chiaro, brillante, esempio di come affrontare le molteplici tematiche proposte dalla letteratura fantastica senza cadere in sterili imitazioni o, peggio ancora, in banali tentativi di innovazione condizionata dall’ultima moda del momento.
Adesso, purtroppo, non mi resta che augurare ad Antonio di tornare a prendere per mano il suo amato papà e di camminare, con lui accanto, verso l’abbraccio del luogo sereno che certo li attende.

Adalberto Cersosimo 9/1/2021

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