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Sangiorgi, dal DAMS alle Edizioni Scudo

GiorgioLa foresta dei sogni perduti” è un accattivante romanzo di fantascienza di Giorgio Sangiorgi pubblicato nel 2005 da Perseo Libri per volontà di Ugo Malaguti. Si narra l’avventurosa storia di un archeologo alla ricerca di un misterioso tesoro sul lontano e ostile pianeta Mirra popolato da enormi e orribili creature ed è disseminato da fitte foreste. Cosa nasconde? Che cosa è avvenuto nel passato? Era forse abitato da una stirpe aliena che ha creato un sistema per proteggere il pianeta? E’ solo un accenno alla grande inventiva di Giorgio Sangiorgi. Classe 1957, nato a Forlì e laureato al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) di Bologna, Sangiorgi è un narratore, un artista e un operatore culturale di grande esperienza. Abbiamo avuto l’occasione di porgli alcune domande per conoscerlo meglio, leggiamo cosa ci ha raccontato.

Hai studiato al DAMS di Bologna e hai cominciato la tua attività di creativo negli Anni ’70 come fumettista. Ci vuoi parlare dei tuoi esordi?
Un amico, più grande di me, mi fece partecipare con lui, come La foresta dei sogni perduti sceneggiatore, a un concorso per fumettisti – io avevo il dono dell’umorismo che a lui mancava. Avevo tredici anni, ma vincemmo – anche perché il disegnatore era Paolo Morisi (noto agli esperti del fumetto). Questo fece nascere in me il piacere di sviluppare progetti creativi, di cominciare qualcosa e portarlo a termine, condividendolo col mondo. Iniziai col fumetto e presto passai alla scrittura, fino alla musica. Non mi feci mancare niente. Al DAMS appresi il vero valore e il piacere dello studio. Insegnanti come Umberto Eco e Furio Colombo oggi non se li possono permettere tutti.

Sempre negli Anni ’70, in quel clima artistico, di fervore culturale e spirituale, hai cominciato una tua ricerca personale sulle discipline orientali. Cosa ti ha dato quest’esperienza?
Questo è difficile da trasmettere in poche righe. Con rispetto parlando per tutti e per le loro opinioni, oggi credo di essere una delle poche persone al mondo che hanno un’idea approssimativamente precisa (l’ossimoro è voluto) del perché stanno al mondo. La natura spirituale del cosmo per me non è un’opinione, ma qualcosa che mi scorre nelle vene. Letteralmente…

Poi, e qui siamo negli Anni ’80, hai iniziato a collaborare a produzioni televisive e teatrali, quali?
Citarle sarebbe parlare di cose che non rammenta più nessuno. Meglio dire che collaborai a molti progetti di Davide Montemurri, famoso attore e regista che ha lavorato con mostri sacri come Albertazzi e la Proclemer, che in quel periodo incontrai. Mi ha fatto fare di tutto: l’aiuto-regista, l’attore, il presentatore. Mi ha dato strumenti che mi sono serviti molto per tutto il resto della mia vita.

In campo narrativo a parte il romanzo “La foresta dei sogni perduti” con prefazione di Ugo Malaguti, testo che tra l’altro fu segnalato al Premio Italia, c’è un racconto il cui titolo è “L’altra macchina del tempo” con il quale ti sei particolarmente distinto.
Quando ero giovane scrivevo raccontini quasi di carattere metafisico, scimmiottamenti di Kafka(?); è solo con l’età adulta che ho iniziato a scrivere fantascienza. Portai il mio primo romanzo da Malaguti di Perseo Libri e lui lo pubblicò. Compresi in quel momento qual era il mio maggior talento. Con qualche pausa scrissi per Perseo Libri fino alla sua fine e trasformazione in Elara. Il concorso di “Repubblica” fu entusiasmante, perché il mio racconto da te citato fu letto in pubblico da Joele Dix e poi sceneggiato da RAI 3. Per un racconto di poche righe niente male…

Nell’abito editoriale invece, dopo l’esperienza con Perseo Libri e con Elara ti sei dedicato al progetto Edizioni Scudo con Luca Oleastri. Come sta andando?
redazione Edizioni Scudo Pochi dati: siamo vivi da dieci anni e abbiamo pubblicato un numero di volumi che si sta avvicinando ai 300. La verità è che utilizzando le piattaforme di auto pubblicazione siamo liberi da ogni logica economica e possiamo fare tutto ciò che vogliamo per tutto il tempo che vorremo. Certo, l’autore può anche fare da solo, ma non è la stessa cosa. Noi forniamo gratuitamente dei servizi preziosi: editing professionale, realizzazione di illustrazioni ad hoc, un po’ di promozione (sia pur con mezzi limitati). Promuoviamo neofiti e salviamo testi che altrimenti scomparirebbero o non sarebbero mai stati diffusi. I nostri libri non sono mai esauriti, vivranno finché ci sarà Internet.

Hai anche ripreso l’attività fumettistica, cosa stai facendo sotto l’aspetto artistico attualmente?
Credo di essere il maggior produttore mondiale di fumetti realizzati con la grafica tridimensionale. L’ultima cosa però l’ho fatta insieme a Luca Oleastri. Usando dei suoi lavori e personaggi messi in posa da lui, ho sceneggiato una mia versione di “Opzioni” di Robert Shekley, con molte variazioni e un mio finale a sorpresa. Ma per un po’ starò buono, perché un uso così compulsivo del mouse mi sta dando problemi alle mani.

Filippo Radogna

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